L’edificio sorse con ogni probabilità in sostituzione di un luogo di culto antico; infatti, sembra che siano state utilizzate lapidi romane per la sua costruzione. L’intero complesso è stato restaurato recentemente: fu dedicato a SS. Cosma e Damiano in quanto considerati patroni dalla tradizione, visto che svolgevano le loro visite gratuitamente per aiutare i bisognosi, ma fu eretto in seguito alla strage degli animali a carico dell’epizoozia e dedicato appunto a Cosma e Damiano in quanto erano considerati protettori tanto delle persone quanto della bestie.
L’ edificio ha un aspetto romanico ed è costituito da pietre squadrate, con quelle di maggiori dimensioni situate marginalmente, per rinforzare gli angoli. La chiesetta esprime un senso di armonia e di solidità, caratteristiche conferitagli dalla sobrietà delle decorazioni e delle dimensioni, oltre che dalla posizione isolata.
Ha un’unica navata 6 x 11 m. L’abside è profonda 2,40 m: questa presenta due lesene laterali ed è percorsa da una serie continua di archetti pensili, appoggiati su fini peducci e, alternatamente, di lunette in laterizio. Tre monofore strombate hanno la funzione di alleggerire l’abside, e si aprono vicino alle lesene laterali e al centro dell’arco semicircolare.
L’oratorio ha una facciata a capanna, che presenta dei fori finalizzati a sorreggere le impalcature. L’intera facciata è scevra di decorazioni. Una piccola finestrella a forma di croce sovrasta una finestra più larga, ora murata. La parete settentrionale, percorsa da una gronda di pietra, è totalmente priva di aperture. Sul lato opposto, quello meridionale, sono presenti due monofore a doppio strombo, sormontate da un’elegante ghiera in pietra. Fino a pochi decenni fa erano presenti degli affreschi trecenteschi all’interno: ora ne rimane solo qualche traccia. Alcuni di questi avrebbero raffigurato Gesù appena deposto dalla Croce, sulle ginocchia della Vergine, assistita dalle tre Marie e da Giovanni il Battista; altri invece avrebbero raffigurato immagini di angeli, dell’Annunciazione, dello Spirito Santo e del Padre Eterno.
Un elemento caratteristico della chiesa di Santi Cosma e Damiano è la tavola dell’altare (altezza 0,85 m, larghezza 1,80 m, spessore 0,30 m), ovvero lapide di marmo antica che riporta un’iscrizione riguardante Caio Terenzio e dei suoi familiari; questa lapide risalirebbe ai primi secoli dell’impero, data la regolarità della sua scrittura (riscontrata solo nel periodo augusteo); inoltre, l’indicazione della tribù Oufentina, quella a cui apparteneva Caio Terenzio, conferma la datazione dell’opera. Questa lapide, così come un’immagine della Vergine, furono trasportate alla Biblioteca Ambrosiana di Milano.