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Chiesa di S.S. Cosma e Damiano

srocco

L’antica chiesa dedicata a SS. Cosma e Damiano è situata fra campi e boschi, esattamente all’incrocio di sue strade anticamente molto importanti (presso una di esse furono ritrovati degli insediamenti preistorici), eretta probabilmente nel 1387.

L’edificio sorse con ogni probabilità in sostituzione di un luogo di culto antico; infatti, sembra che siano state utilizzate lapidi romane per la sua costruzione. L’intero complesso è stato restaurato recentemente: fu dedicato a SS. Cosma e Damiano in quanto considerati patroni dalla tradizione, visto che svolgevano le loro visite gratuitamente per aiutare i bisognosi, ma fu eretto in seguito alla strage degli animali a carico dell’epizoozia e dedicato appunto a Cosma e Damiano in quanto erano considerati protettori tanto delle persone quanto della bestie.

L'edificio ha un aspetto romanico ed è costituito da pietre squadrate, con quelle di maggiori dimensioni situate marginalmente, per rinforzare gli angoli. La chiesetta esprime un senso di armonia e di solidità, caratteristiche conferitagli dalla sobrietà delle decorazioni e delle dimensioni, oltre che dalla posizione isolata.
Ha un’unica navata 6 x 11 m. L’abside è profonda 2,40 m: questa presenta due lesene laterali ed è percorsa da una serie continua di archetti pensili, appoggiati su fini peducci e, alternatamente, di lunette in laterizio. Tre monofore strombate hanno la funzione di alleggerire l’abside, e si aprono vicino alle lesene laterali e al centro dell’arco semicircolare.

L’oratorio ha una facciata a capanna, che presenta dei fori finalizzati a sorreggere le impalcature. L’intera facciata è scevra di decorazioni. Una piccola finestrella a forma di croce sovrasta una finestra più larga, ora murata. La parete settentrionale, percorsa da una gronda di pietra, è totalmente priva di aperture. Sul lato opposto, quello meridionale, sono presenti due monofore a doppio strombo, sormontate da un’elegante ghiera in pietra. Fino a pochi decenni fa erano presenti degli affreschi trecenteschi all’interno: ora ne rimane solo qualche traccia. Alcuni di questi avrebbero raffigurato Gesù appena deposto dalla Croce, sulle ginocchia della Vergine, assistita dalle tre Marie e da Giovanni il Battista; altri invece avrebbero raffigurato immagini di angeli, dell’Annunciazione, dello Spirito Santo e del Padre Eterno.

Un elemento caratteristico della chiesa di Santi Cosma e Damiano è la tavola dell’altare (altezza 0,85 m, larghezza 1,80 m, spessore 0,30 m), ovvero lapide di marmo antica che riporta un’iscrizione riguardante Caio Terenzio e dei suoi familiari; questa lapide risalirebbe ai primi secoli dell’impero, data la regolarità della sua scrittura (riscontrata solo nel periodo augusteo); inoltre, l’indicazione della tribù Oufentina, quella a cui apparteneva Caio Terenzio, conferma la datazione dell’opera. Questa lapide, così come un’immagine della Vergine, furono trasportate alla Biblioteca Ambrosiana di Milano.

Testi realizzati con il contributo degli studenti dei Licei Scientifico e Classico di Gallarate e in aggiornamento con i risultati degli studi più recenti.

Ultima modifica: mercoledì, 28 dicembre 2022

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