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Abbazia di S. Maria in Monticello

Abbazia Santa Maria

L’abbazia, dedicata alla natività della Vergine, sorge su una piccola altura. Inizialmente era ad un'unica navata con abside semicircolare, ma già dal 1570, al tempo di San Carlo, la struttura fu ampliata grazie all’aggiunta di una nuova navata più piccola e di una sacrestia.

Le navate erano inizialmente separate da due pilastri e una colonna, e vi era discontinuità tra i due diversi pavimenti. In fondo ad entrambe, sul lato Est, vi erano due altari dedicati all’Assunzione di Maria Vergine e alla Natività della Madonna. In seguito ad un restauro fu annullata la diversità fra le due navate.

Il campanile e la sagrestia sono addossati al lato meridionale, e quest’ultima è decorata esternamente da una meridiana. L’accesso alla chiesa è costituito da una scalinata scavata nel pendio, che originariamente vantava gradini massicci ed eleganti colonnine di petra.

All’interno l’abbazia è molto semplice e presenta alcuni affreschi romanici.
La facciata in stile classico si discosta dal resto della chiesa a causa del suo colore giallognolo, e presenta due lesene che sorreggono un frontespizio triangolare e affrescato.
Sull’architrave del portale d’ingresso è incisa l’iscrizione latina, che potrebbe essere tradotta in italiano come “Con il canto sorge l’aurora, 1740”, sormontata da un motivo decorativo in stile barocco a conchiglia e cartocci. L’ornamentazione esterna dell’architrave è richiamata da due acquasantiere pensili in marmo rosso presenti all’interno. L’altare, in stile barocco e costruito con marmi policromi, si trova al centro, prima dell’ampio coro, e riporta un’icona raffigurante la Beata Vergine che allatta il Bambino Gesù: questo affresco fu rimosso dalla sua collocazione originaria sulla parete meridionale della chiesa, per essere riutilizzato come pala d’altare.

Nel coro si possono ammirare delle statue lignee dipinte, raffiguranti San Giuseppe che tiene in mano il bastone fiorito e Santa Caterina d’Alessandria con la ruota dentata della tortura. 

Appesi alle pareti della navata vi sono, uno di fronte all’altro, due quadri raffiguranti uno la Strage degli Innocenti, l’altro la Visione di Santa Teresa d’Avila: questi quadri furono donati nel 1750 dall’allora prevosto di Arsago don Melchiorre Migliacchetti. Altre tele rilevanti sono situate al livello del presbiterio: raffigurano “San Rocco e le tre Marie” e “Sant’Anna con Maria Bambina” (quest’ultima riprodotta anche sul bassorilievo ligneo della nuova mensa d’altare). 

La parete che si trova subito dopo la porta d’ingresso del campanile è ricoperta da affreschi romanici, seppur lacunosi, che raffigurano il ciclo relativo alla natività di Cristo, quelli superiori, e busti e volti di santi e vescovi, quelli inferiori. L’ultimo quadro si trova sulla parete in fondo, e raffigura i Santi Vittore Martire e Carlo Borromeo.

L’elemento più antico e rappresentativo dell’edificio è sicuramente una lapide carolingia: questa lapide è collocata nel battistero, e suggerisce la sepoltura in Santa Maria di un personaggio illustre quale Arnolfo, morto nell’ 893.

Testi realizzati con il contributo degli studenti dei Licei Scientifico e Classico di Gallarate e in aggiornamento con i risultati degli studi più recenti.

Ultima modifica: mercoledì, 28 dicembre 2022

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